La mia filosofia..


"Ci vuole un minuto per notare una persona speciale, un'ora per apprezzarla, un giorno per volerle bene, una parola per ferirla, ma poi tutta una vita per dimenticarla!"

martedì 29 marzo 2011

ASSIGNEMENT 3: COLTIVARE LE CONNESSIONI

Appena ho finito di leggere il brano, mi sono sentita stordita, confusa, quasi travolta dalla valanga di termini e di concetti contenuti nel brano. Insomma sapete quella sensazione che si prova dopo aver studiato  tanto e sembra che il cervello scoppi dalle troppe nozioni acquisite? Beh la stessa sensazione l'ho provata io alla fine della lettura. Infatti, ho scritto questo post solo il giorno dopo aver letto il brano, in modo da schiarirmi la mente, farmi un'idea e poter esprimere la mia opinione sui punti che mi hanno colpito maggiormente. I punti a cui mi riferisco sono due: 
1) l'idea della rete; 
2) la paura che le relazioni fredde tecnologiche annullino le relazioni calde umane.

Sul primo punto concordo in pieno sull'immagine dell'organizzazione del mondo come se fosse una rete e non una gerarchia. Infatti, abbiamo esempi di rete ovunque: la società è una rete di persone, la vita è uuna rete di eventi e di conoscenze, lo studio è una rete di nozioni ed infine internet e il mondo tecnologico, che sono una rete invisibile che avvolge, oramai, ogni aspetto di noi e delle nostre vite. A questo punto è implicito che mi domandi, come siamo finiti, noi, in tutte queste reti? Secondo me siamo noi stessi ad averle create; noi siamo i nodi che connessi ad altri costituiscono una rete forte e resistente, ma se dissociati perdiamo la nostra funzione e la nostra esistenza. Siamo quindi noi, ogni volta a creare inconsciamente una rete che si espande in modo esplosivo e dove i "nodi" diventiamo si indispensabili, ma allo stesso tempo rischiamo di rimanerci intrappolati. Vi siete, infatti, mai domandati se siamo noi a controllare la tecnologia o è quest'ultima a controllare noi? Per rispondere ognuno dovrebbe pensare all'uso che ne fa: per lavoro, per piacere, per curiosità, per studio etc..
Internet e la tecnologia generale sono stati un grande passo avanti dell'umanità, hanno risolto numerosi problemi e hanno per certi aspetti migliorato la vita, eppure hanno portato anche numerose conseguenze negative. Uno dei cambiamenti più evidente è quello riguardante la comunicazione; è vero che ora possiamo parlare con una persona all'altro capo del mondo e sapere l'opinione di tutti su tutto, ma a mio parere questa maggiore capacità quantitativa di comunicare, non ha mantenuta la qualità del passato. I nostri bisnonni o nonni, pur avendo, spesso, una minore conoscenza e possibilità linguistica, comunicavano in modo più diretto e più vivo. Adesso non ci si scrive più lettere, nemmeno le cartoline, alcune volte non ci telefoniamo nemmeno più, poichè è più veloce sentire più persone contemporaneamente su FB o MSN. Sull'aspetto pratico e veloce non ho niente da obiettare, ma penso che la praticità e la velocità che tanto cerchiamo in ogni aspetto della nostra vita, abbia preso il sopravvento sulla qualità. Non dico che oggi giorno siamo più ignoranti linguisticamente, ma solo che siamo più pigri; è troppo faticoso scrivere una bella lettera a qualcuno quando lo si può contattare in chat. E lo stesso vale per le ricerche: internet è un mondo in cui puoi trovare qualsiasi risposta alle tue domande, con un semplice clic. Inoltre penso che Leopardi pur essendo felice di avere a disposizione internet, non lo avrebbe usato, perchè cercare su internet non è come cercare in una libreria dove sfogliando libri, alla ricerca di qualcosa, se ne scoprono molte altre. Con ciò non voglio dire che sono contro internet e la tecnologia, perchè sarei un'ipocrita, poichè anche io ne uso e ne riconosco i numerosi vantaggi, ma penso che non si debba farne l'unica risorsa a disposizione, ma bensì affiancarla a quelle più tradizionali. Usiamo internet, scriviamo blog, ma leggiamo libri veri, scriviamo vere lettere su carta; andiamo al cinema ogni tanto, invece di vedere solo film scaricati. Comunichiamo con tutto il mondo tramite i social network, perchè ci permettono di conoscere realtà diverse in poco tempo, ma non dimentichiamoci di comunicare con la realtà a noi più vicina. Non perdiamo di vista la ricchezza del mondo reale solo perchè abbiamo la fortuna di avere anche la ricchezza del mondo online. Usiamo le connessioni fredde, ma solo affiancandole a quelle calde, raggiungendo così un perfetto equilibrio. Ricordiamoci che non è tutto nero o bianco, ma esistono le sfumature che prendono il meglio dei due estremi e che possono portare solo ad un miglioramento.
E con ciò concludo questo lungo monologo, forse non troppo chiaro; forse professore dovrei proprio "fare una passeggiata rilassante nel bosco". ^_^






lunedì 28 marzo 2011

TOP 5: NON FATE LA GUERRA FATE L'AMORE

In questo periodo di guerra, dove anche l'Italia è protagonista non potevo non fare una TOP 5 dedicata all'amore, e quale gesto è più esplicativo per un tale sentimento, di un bacio. Quindi ecco a voi la mia TOP 5 dei baci più belli del cinema, e ricordate che non c'è niente di più bello e di più vivo che un gesto di vero affetto, amore, amicizia che sia nei confronti dei vostri parenti, amici, fidanzati/e...non date per scontato che sappiano che gli/le volete bene. In conclusione baciatevi di più e litigate di meno.

5° POSTO:  "Serendipity" 2001


4° POSTO: " Un bacio romantico" 2007



3° POSTO: " Titanic" 1997


2° POSTO: " Ghost" 1990
1° POSTO: "Colazione da Tiffany"  1961




venerdì 25 marzo 2011

RIBELLI PER CASO

Salve, premetto che tale post è rivolto principalmente ai miei compagni di corso, poichè tratta di uno degli argomenti chiave della medicina: il rapporto medico-paziente. Lo so mi state infamando in questo momento perchè già la Lippi ci ha "martellato" su questo punto, e per molti le considerazioni che farò sembreranno banali o ovvie, eppure ci sono anche quelli che pensano che sia facile instaurare un rapporto medico-paziente, o quelli che non lo considerano necessario. Io faccio servizio come volontaria sull'ambulanza da 4 anni e nel mio caso si instaura un rapporto breve tra me e la persona, questione al massimo di un'ora, ma basta che in quel frangente di tempo la persona si fidi di me e delle mie abilità in modo che si calmi, collabori e renda meno traumatico possibile il soccorso. Vengo a contatto ogni volta con situazioni diverse, persone diverse, che provano emozioni diverse; ovviamente la maggior parte delle persone ha paura, ma c'è anche chi è tranquillo e lucido, c'è quello agitato, quello folle, quello che si mette a piangere e si sfoga come se si stesse confessando in chiesa, e poi ci sono quelle persone (principalmente anziani) che hanno solo voglia di parlare con qualcuno. Vengo a contatto con persone più o meno simpatiche, ma ti cui devo ottenere in pochi minuti fiducia, se non ho la loro fiducia, non collaborano e se non collaborano le manovre diventano più difficoltose e il paziente soffre e si sente a disagio. Infatti, durante il corso di soccorritore in una delle lezioni base ti insegnano che  è molto importante l'approccio con il paziente e con i famigliari: ti insegnano ad approcciarti al paziente frontalmente e a rivolgersi a lui/ lei in modo cordiale e rispettoso allo stesso tempo.
Tuttavia ho capito realmente di cosa stesse parlando la professoressa Lippi nelle sue lezioni, quando sono stata io, sottoscritta, la paziente da curare. Infatti, qualche mese fa dovevo fare degli accertamenti per un nodulo al seno e vi giuro che non mi sono mai sentita spaventata come quando sono andata a fare quella maledetta ecografia. La dottoressa incaricata, mi dava degli ordini: spogliati, sdraiati, rilassati, e così via. Non ero per niente a mio agio e lei non faceva altro che peggiorare la situazione. Dopo aver fatto l' ecografia si è alzata ha scritto quello che aveva visto sul computer, mi ha dato altri ordini, e poi con tono quasi scocciato mi  ha detto l'esito dell'esame: "signorina, non è una ciste come le avevano detto, ma un adenofibroma, insomma un tumore, ma dall'aspetto benigno, non si preoccupi, torni fra sei mesi per vedere se cresce oppure no, grazie e arrivederci!" Due frasi di routine, un accenno di sorriso e mi ha  accompagnata gentilmente fuori. Mi ha liquidato così velocemente che non mi rendevo conto di cosa mi avesse appena detto, e quasi  mi sentivo in  colpa per averle fatto perdere del tempo. Io non voglio che le persone che soccorro o i futuri pazienti che avrò, si sentano un peso, una scocciatura, una routine, perchè non voglio che succeda mai più a me.

Tutta questa premessa personale, è servita per introdurre il film che vi presento oggi in questo post  un film che ho visto la settimana scorsa e che tratta in modo ironico l'argomento del rapporto medico-paziente . Il film, "RIBELLI PER CASO" di Vincenzo Terracciano (con Antonio Catania, Giovanni Esposito, Renato Scarpa, Tiberio Murgia) è uscito nelle sale cinematografiche  nel 2001 e si svolge nella stanza 104 di un pittoresco ospedale napoletano in cui convivono cinque uomini di mezza età. Adriano, un impiegato, viene ricoverato nel reparto di gastroenterologia di un ospedale napoletano, nella stanza con lui, la numero 104, ci sono altri pazienti: Ciro, fruttivendolo, Guido, professore, Armando, bancario, Vincenzo, venditore di vino. Quest'ultimo, che è in stato comatoso, è assistito dai due figli. Uniti dalla comune attesa di conoscere gli esiti delle analisi, i pazienti stringono amicizia. Così nella frustrazione dei pranzi poco gustosi e della mancanza di libertà, i cinque degenti decidono, di nascosto, di organizzare una cena con tutti gli alimenti che è loro vietato mangiare. La cena, fatta il sabato sera quando il personale è ridotto, diventa il momento della loro ribellione. Barricatisi in stanza, i pazienti si intrattengono a lungo a tavola, sordi a qualsiasi richiamo o minaccia che si stanno concretizzando dall'esterno. Interviene anche un commissario di Polizia che, esasperato, arriva a sfondare il muro della stanza accanto per raggiungerli. Un malore, non letale, di Ciro pone tuttavia fine alla grande abbuffata. A seguito di quest'esperienza Adriano trova la forza per farsi dire con chiarezza dal medico di avere un cancro, mentre Guido trova il coraggio per dichiararsi a Maria, l'infermiera più premurosa. Dopo la grande mangiata, Vincenzo, risvegliatosi proprio con l'odore del cibo, cade di nuovo nel suo stato comatoso. L'avventura nella stanza 104 si conclude con una danza liberatoria che coinvolge tutto il reparto e fa infine comparire un sorriso sull'arcigno volto del primario Sorvino.

Per stuzzicare la voglia di vedere questo film vi inserisco una delle scene più significative di questo film, anche se avrei voluto farvi vedere la scena finale,(che purtroppo non ho trovato), dove in poche battute si evidenzia l'importanza di un rapporto di dialogo che  si dovrebbe instaurare tra il paziente e il  medico curante, ma che spesso, come nel film, viene a mancare. Guardate il film e capirete:




domenica 20 marzo 2011

TOP 5 : correre fa bene...!

La classifica di oggi contiene scene di film in cui il protagonista corre all'impazzata. I motivi per cui corrono sono vari: perché sono inseguiti, perché seguono qualcuno o semplicemente perché correre è un modo di sfogare tutta la rabbia che uno prova. Io non sono una che abitualmente va a correre, ma a liceo ho partecipato diverse volte alle gare di corsa d'atletica, ed ero brava soprattutto nella corsa veloce. A parte questa parentesi personale, credo che alcune volte serva correre, perché ti serve sia per vedere i limiti massimi del tuo corpo, sia perché è un modo di sfogarsi e di schiarirsi le idee; quindi se una volta siete incazzati neri e vi verrebbe voglia di distruggere tutto o di tirare uno schiaffo a qualcuno, fermatavi un attimo, giratevi, uscite dalla porta e correte, non importa la meta, correte finché non avrete più la forza di essere arrabbiati. 
BUONA VISIONE E BUONA CORSA!!! 

5° POSTO: "Prova a prendermi"  2002


Vi allego anche la parodia di questa sigla, fatta in una puntata dei Simpson: 


 
4° POSTO: "Tutti dicono I LOVE YOU" 1996


3° POSTO: "Without limits" 1998


2° POSTO: "Lola corre" 1998


1° POSTO: " Forrest Gump"  1994







giovedì 17 marzo 2011

ASSIGNEMENT 1

Appena ho letto il post del professore, mi sono messa subito a vedere dove si trovavano i feed RSS dei siti che consulto solitamente. C'è da dire che io ero già abbonata ai feed RSS della cronaca del giornale la Repubblica.it, e quindi sapevo che bastava cliccare a Rss/Xml che si trova in fondo alla pagina web della repubblica e una volta fatto ciò ti appare la pagina dedicata ai feed del giornale divisi per categorie di notizie. Vi allego il link della pagina dei feedRSS della repubblica:  http://firenze.repubblica.it/dettaglio/feedRSS/1280286
Al contrario sul corriere fiorentino.it si trovano in alto a destra sulla sbarra nera http://corrierefiorentino.corriere.it/  .
Ho poi cercato i feedRSS nel sito di medicina, e qui non ho dovuto cercare molto poichè basta guardare sulla colonna di destra dell'homepage, e si trova un riquadro con scritto nella ultima riga RSS info, si clicca lì e ti rimandano ad una pagina dove danno delle brevi istruzioni sull'utilizzo dei feed e di come accedere ai contenuti degli RSS tramite gli aggregatori come GOOGLE READER. Questo è il link della pagina in cui vi sono le istruzioni http://www.csiaf.unifi.it/cmpro-v-p-741.html. Ho poi deciso anche di aggiungere il feed degli avvisi per il corso di medicina al mio blog lo trovate di lato destra.
Incuriosita ho guardato anche molti altri siti, ma non sto qui ad elencarli e a dirvi ciascuna coordinata...^_^
E con questo ho svolto il gioco suggerito dal professore....e spero che partecipiate tutti.....in fondo è un pò come una caccia al tesoro...invece del tesoro devi cercare il simbolo degli RSS !!!

LORO CI CREDEVANO E NOI???

Buona festa italiani, anche se non so se i nostri antenati guardando l'Italia, che con tanta fatica hanno riunito, sarebbero contenti di come stia andando in malora. Tuttavia è giusto celebrare e in un certo senso ringraziare, tutti quei giovani uomini e donne, che hanno dato la propria vita perchè credevano nell'ideale dell'Italia unita; una nazione che fosse capace di essere unica con le sue molteplici differenze!! E proprio su tale argomento è uscito al cinema, il 12 novembre del 2010, il film " NOI CREDEVAMO", diretto dal registra Mario Martone,
il quale parla di un’ Italia da sempre divisa in due e dello scontro tra autoritarismo e democrazia. 
 

La sceneggiatura del film, che è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2010, è liberamente ispirata alle vicende storiche realmente accadutee al romanzo “Noi credevamo” di Anna Banti. Per la realizzazione del film, il regista Mario Martone ha scelto la lingua dell’ 800 per i dialoghi del film: i dialoghi derivano da testi originali, e gli attori del film si sono dovuti confrontare con una lingua obsoleta (quella dell’ 800 italiano), accettando la sfida di rendere viva quella lingua. E’ raro vedere in un film sulla storia italiana durante il Risorgimento italiano il ruolo importante svolto dalla donne: il personaggio femminile protagonista del film è Cristina di Belgioioso (interpretata da giovane da Francesca Inaudi, e poi dall’attrice Anna Bonaiuto): Cristina di Belgioioso è una donna con una sua posizione politica, con una sua dialettica vincente. Costato tra i 6 e 7 milioni e girato in 15 settimane, il film Noi Credevamo ha un ricco Cast di attori, tra cui: Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Francesca Inaudi, Michele Riondino, Andrea Renzi, Ivan Franek, Toni Servillo, Luca Zingaretti, Anna Bonaiuto, Fiona Shaw, Luca Barbareschi e Renato Carpentieri. Le musiche di Rossini, Verdi e Bellini che accompagnano le scene del film Noi Credevamo, sono eseguite dall’orchestra sinfonica della Rai di Torino diretta da Roberto Abbado.
Il regista Mario Martone col suo film Noi Credevamo mostra il lato meno studiato e meno raccontato del Risorgimento italiano, con le sue pagine oscure, con i conflitti del lungo cammino verso l’ Unità d’ Italia, con le divisioni tra Nord e Sud, tra aristocratici e popolo, tra monarchici e repubblicani. Il viaggio verso l’ unità d’ Italia raccontato nel film Noi Credevamo si svolge in quattro tappe e vede come protagonisti tre giovani del Sud che si confrontano con la violenza, il sacrificio, il carcere, la clandestinità e la disillusione politica. Alla fine l’unità d’ Italia è fatta, ma il prezzo pagato è alto. Per il regista Mario Martone i mali attuali del nostro Paese affondano le loro radici proprio in quel drammatico processo storico che ha portato all’unità d’ Italia.
LA TRAMA DEL FILM NOI CREDEVAMO
Nella trama del film, tre ragazzi del sud (Domenico, Angelo e Salvatore) dopo la pesante repressione borbonica dei moti del 1828 che ha coinvolto le loro famiglie, si affiliano alla Giovane Italia. Attraverso quattro episodi che li vedono coinvolti, nella trama del film Noi Credevamo vengono raccontate alcune vicende del processo che ha portato all’Unità d’ Italia, a partire dall’arrivo nel circolo di Cristina Belgioioso a Parigi e al fallimento del tentativo di uccidere Carlo Alberto, fino all’insuccesso dei moti savoiardi del 1834. Questi eventi portano i tre ragazzi del sud a dividersi: Angelo e Domenico, di origine nobiliare, scelgono un percorso diverso da quello di Salvatore, un popolano che viene addirittura accusato da Angelo (ormai votato all’azione violenta) di essere un traditore della causa. Attraverso lo sguardo di Domenico, il film osserva gli esiti del processo storico del Risorgimento italiano.


Ah ricordatevi che oggi si festeggia anche San Patrizio..^_^...

mercoledì 16 marzo 2011

PRIDE AND PREJUDICE

Essendo oggi il compleanno di una mia amica, nonchè futura familiare, dedicherò questo post al suo film preferito, che è anche uno dei miei, sto parlando di "ORGOGLIO E PREGIUDIZIO", rifacimento cinematografico dell'omonimo libro scritto nel 1813 dalla grandissima scrittrice inglese Jane Austen.
Dal libro fu tratta una prima versione cinematografica nel 1940 diretto da  Robert Z. Leonard, in seguito fu fatto un rifacimento nel 2005 dal regista Joe Wright il quale affidò i ruoli dei personaggi ai seguenti attori:
Orgoglio e pregiudizio racconta la storia di cinque sorelle con caratteri e modi di reagire completamente diversi, e dei loro genitori, Mrs Bennet che viene descritta dall’autrice come una donna priva di delicatezza e di eleganza, che ha scarse qualità intellettive e che ha come unico scopo quello di trovare marito alle sue figlie; Mr Bennet, il marito, al contrario, è un gentiluomo intelligente e rispettato, una figura che non manca di ironia, e che ha un rapporto particolare con la figlia Elizabeth. La vita dei protagonisti scorre normalmente tra lavori da svolgere in casa e passioni che si soddisfano, con i soliti problemi quotidiani e gli affanni per portare avanti la famiglia. Ma quando arriva a Netherfield il ricco e ancora scapolo Mr Bingley con le sorelle e un amico, le giornate di tutti cambiano rapidamente e aumenta sempre di più il desiderio di Mrs Bennet di dare in moglie una delle sue figlie al nuovo arrivato.
E’ durante un ballo che Jane, la maggiore tra le sorelle e Mr Bingley si conoscono e si innamorano. Ma oltre questo amore a prima vista c’è un’altra storia che dal fondo acquista sempre maggiore valore diventando la scena principale di tutto il racconto, ed è l’incontro che mette in evidenza la contrapposizione mossa dal desiderio tra Darcy, amico di Mr Bingley ed Elizabeth. L’odio iniziale tra i due è la colonna portante del romanzo e del film, poiché spiega la superficialità istintiva dell’uomo e la testardaggine nel credere che la prima impressione sia quella giusta. Darcy appare dalle prime battute come un ragazzo orgoglioso, distante, altezzoso, convinto che grazie alla sua estrazione sociale e alla sua fortuna economica non può ricevere nessun rifiuto, e non si esime dal fare commenti poco piacevoli sulla famiglia Bennet, in particolare su Elizabeth, mentre quest’ultima prendendo da subito in antipatia Darcy, basa tutta la sua conoscenza sul pregiudizio, quella d’impatto, che ti fa credere di poter sapere tutto di una persona attraverso i racconti e le dicerie sul suo conto, senza andare a fondo, senza scavare.
Una storia d’amore unica, che apre la visuale, che fa riflettere sui propri errori, visto che è un difetto umano quello di vivere tra l’orgoglio e il pregiudizio. Un amore romantico che va oltre la classe sociale da cui si proviene, che supera i propri limiti e trasporta con passione in un altro spazio. Tutto ciò viene riprodotto da Joe Wright in un film corale, dove ogni personaggio si ritaglia una parte più o meno importante all'interno di una struttura recitativa di chiara (e forte) impronta teatrale. Il gran ballo di società diviene allora un tripudio di piani sequenza e carrellate, dove scenografie e costumi rasentano la perfezione nel descrivere un'epoca dove la forma aveva il predominio assoluto su cose e persone. La festa (da ballo) diviene l'occasione per poter fare nuovi incontri, stringere vantaggiose alleanze e salvaguardare interessi. 
E' negli spazi aperti invece che i sentimenti, autentici e sanguigni, trovano respiro e questa idea Wright ce la mostra chiaramente fin dalle prime sequenze quando segue con la telecamera Lizzie intenta a leggere un libro, con aria sognate e serena, mentre passeggia all'aria aperta con i raggi del sole che le carezzano il volto o quando in preda al dolore, si affaccia su un dirupo e scruta l'orizzonte con sguardo pieno di malinconia e disperazione o quando, finalmente, abbraccia il suo amore in una distesa verde che pare infinita. Spazi aperti e chiusi dunque sono in totale antitesi quando si tratta di rapporti umani. Sincerità ed ipocrisia hanno luoghi ben delineati dove poter risiedere.

Qui sotto trovate il trailer del film del 2005 :


Di seguito invece vi allego la scena finale tratta dal film del 1940, bello, forse anche di più, del successivo rifacimento:

Non mi resta che augurare BUON COMPLEANNO alla mia amica Beatrice..e una BUONA VISIONE a tutti voi!!!

martedì 15 marzo 2011

DOMANI SERA MUSEI APERTI, GRATUITAMENTE, FINO ALL'UNA

Questo post fuoriesce dal campo del cinema, ma mi sembrava giusto mettere al corrente più persone possibile, della serata di domani. Vi allego qui di seguito un articolo del corriere fiorentino dove si spiega le principali attività che si svolgeranno, nella nostra città, per celebrare i 150 anni dell'unità di Italia.





Inoltre vi ricordo l'incontro con Saviano domani sera alla Feltrinelli:


domenica 13 marzo 2011

TOP 5

Buonasera a tutti i miei followers, da stasera darò inizio alla TOP 5, idea ripresa da un programma di ComingSoon: "LA TOP". In pratica, in questo post e nei post che pubblicherò ogni domenica, eseguirò una classifica di 5 film che avrà volta per volta un parametro di base diverso, che può essere: le corse a perdifiato, i baci più sensuali e i discorsi peggio riusciti, le più belle risate ecc...La mia fonte sarà il cinema, con ogni suo genere di film dai Lumière all'ultimo blockbuster. 
Stasera la mia prima TOP l'ho voluta dedicare a quella che sarà la mia professione: ovvero la medicina e quindi la professione del medico, rappresentato alcune volte in modo caricaturale!!


5° POSTO: "Totò Diabolicus" (Il Chirurgo)



4° POSTO: "Prova a prendermi" (Frank diventa medico)



3° POSTO:"Il Medico della Mutua" (Visita all'imbianchino) 



2° POSTO: "Monty Python – Il senso della vita" (Il miracolo della nascita)

 


1° POSTO: " Patch Adams"



sabato 12 marzo 2011

Noi Puffi siam così noi siamo tutti blu puffiamo suppergiù due mele e poco più ....

Ma lo sapevate che stanno facendo un film sui PUFFI ??? 
Dal trailer mi sembra una delusione, non hanno niente del bello che caratterizzava il cartone dei puffi che guardavo da piccola in tv...comunque questo è il mio parere (un parere basato tutto sulla prima apparenza). Voi come lo giudicate dal trailer??


Per gli amanti dei Puffi metto sottostante il testo della sigla del cartone...XD
 
Titolo: I Puffi

Chi siano non lo so
gli strani ometti blu
sono alti suppergiù
due mele e poco più

Noi Puffi siam così
noi siamo tutti blu
puffiamo suppergiù
due mele e poco più

Vivono via da qui
nell'incantata città
riparata dalla terra
dal deserto e dai monti
e dal mar

Son case buffe sai
i funghi lì laggiù
nel bosco le vedrai
vicino al fiume blu

Puffiamo noi laggiù

i funghi buffi assai
puffarli tu potrai
vicino al fiume blu

Hanno un ponte che poi
attraversano per
ricercar nella foresta
quel che più gli serve
e più gli va

E via dalla città
amici hanno già
e senza esitar
li vanno a trovar

Ma hanno anche dei nemici
Gargamella il mago
e il suo gatto Birba
"Maledetti Puffi vi avrò
e vi ridurrò in purè!" [voce di Gargamella]

Ma i Puffi hanno già
trecento volte e più
scacciato questi qui
lontan dalla città

Il Grande Puffo però

trasformare saprà
un puffo assai cattivo
in un puffo che puffa
a bontà

Noi Puffi siam così
noi siamo tutti blu
puffiamo suppergiù
due mele e poco più

lalallallalalà
lalallallalalà
lalallallalalà
lalallallalalà....

venerdì 11 marzo 2011

NUOVO CINEMA PARADISO: BACIAMI ANCORA...!!

Ed ecco a voi una delle scene più belle di uno dei film italiani più belli...sto parlando della scena finale del film "NUOVO CINEMA PARADISO" scritto e diretto nel 1988 da Giuseppe Tornatore . La scena che vedrete è quella in cui il piccolo Totò (Jacques Perrin), ormai adulto, rivede i frammenti di pellicola, tagliati trent'anni prima dai film proiettati nel "suo" cinema , perché considerati troppo audaci; un insieme di emozioni tra amore, passione, ilarità e malinconia tutto da godersi grazie anche alla bellissima colonna sonora di Ennio Morricone. Se non l'avete mai visto guardate il film e se lo avete già visto riguardatevelo, male non vi farà. Intanto, godetevi questo spezzone con cui vi auguro buona serata!!!


giovedì 10 marzo 2011

LITTLE WOMEN....BIG HEART

Buongiorno..e come dice il proverbio il buongiorno si vede dal mattino, e oggi è una bellissima giornata soleggiata..perfetta per parlare di un film passato che ha caratterizzato la mia infanzia. Essendo da poco passata la festa della donna volevo trattare di un film che parla di donne e la mia scelta non poteva che ricadere su "PICCOLE DONNE". Vi anticipo che tale film è stato diretto nuovamente nel 1949 da Mervyn LeRoy, e da Gillian Armstrong nella pù moderna versione del 1993, (a cui allego il trailer): 



Piccole donne (Little Women) è un film del 1933 diretto da George Cukor, tratto dal romanzo omonimo di Louise May Alcott.
Si tratta di una delle numerose versioni cinematografiche che ha avuto il libro della Alcott, la storia di una famiglia del New England al tempo della Guerra di Secessione: attraverso un libro per "signorine" dai toni vittoriani, si affrontano temi importanti come l'emancipazione della donna.


La trama tratta di una donna e delle sue quattro figlie Jo,Meg, Amy e Beth che devono affrontare le difficoltà della vita poichè l'uomo di casa, il dottor March è partito per la guerra. Il film come nel libro mostra le caratteristiche di queste quattro piccole donne, le quali incarnano le varie tipologie di donna: 
  • Margaret, detta Meg, all'inizio del romanzo ha 16 anni, è la maggiore, è assennata e gentile; cede a volte alla vanità ed al desiderio di apparire, ma infine pone sopra ogni cosa l'affetto e l'amore della famiglia;
  • Josephine, detta Jo, all'inizio del romanzo ha 15 anni, è la più viva e autonoma, di grande intelligenza e sogna diventare una scrittrice; ha un talento per la scrittura di romanzi e racconti, ma dovrà sperimentare e provare molte esperienze prima di raggiungere la maturità stilistica;
  • Elizabeth, detta Beth, all'inizio del romanzo ha 13 anni, è la più dolce e riservata, di salute molto delicata; altruista al punto di porre il benessere e la serenità altrui prima di se stessa, si prende cura di vecchie bambole smesse e dei suoi adorati gattini, ha talento per la musica ed ama suonare il pianoforte;
  • Amy all'inizio del romanzo ha 12 anni, è la minore, nella sua adolescenza è superficiale; di gusti raffinati e dai modi eleganti, si dimostrerà col tempo più matura e profonda, ha talento per le belle arti, in particolare per il disegno e la pittura.
Le giovani donne prive di esperienza, dovranno affrontare varie vicende che andranno a strutturare il loro carattere e le faranno maturare. tra amori non corrisposti, passioni e drammi familiari si svolge un film che elogia la forza e il coraggio di quattro adolescenti che pur spaventate devono crescere in fretta e diventare adulte. 
Non è quest'ultimo lo stesso sentimento che ognuno di noi ha provato nel crescere, nel lasciarsi alle spalle un mondo facile pieno di sicurezze per buttarsi nell'oblio della maturità piena di decisioni, delusioni, ma anche di meritate soddisfazioni?? 

A voi larga sentenza...

PERCHè LA VITA FACILE è PIù DIFFICILE DA VIVERE!!!!

Il primo film di cui vorrei parlare è l'ultimo che ho visto: "La vita facile" di Lucio Pellegrini con Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Camilla Filippi, Angelo Orlando.

Questo film è una commedia, tratta argomenti anche seri, (ed ora mi rivolgo ai colleghi del corso di medicina), che noi futuri medici dovremmo vedere; infatti il film tratta di Luca un medico italiano che lavora in Kenia, da solo, fatta eccezione per un'infermiera e qualche aiutante, in un piccolo ospedale umanitario. Mario invece è uno stimato chirurgo di una clinica privata romana, che lo raggiunge con la scusa di volerlo rivedere dopo anni di distanza, ma in realtà mira ad allontanarsi opportunisticamente e brevemente dal luogo di lavoro. Quando, malgrado le diverse scelte di vita, Mario e Luca ritrovano le ragioni dell'amicizia che li aveva tanto legati in passato, si presenta in Africa anche Ginevra, la donna che entrambi hanno amato e che ha sposato Mario. Gli equilibri faticosamente raggiunti saltano e la vita si ripresta a svolte e imprevisti. Insomma tre amici, tre visioni opposte del mondo, tre vite facili che si sono terribilmente complicate.

Andate a vederlo, perché è una commedia in sui si ride, ma in modo intelligente; non è una commedia italiana vestita nei panni di cinepanettone, ma una commedia italiana che permette di ridere senza cadere nel volgare o nella stupidità. Non mi resta che augurarvi BUONA VISIONE! 

USCITA CINEMA: 04/03/2011
REGIA: Lucio Pellegrini
SCENEGGIATURA: Stefano Bises, Laura Paolucci, Andrea Salerno
ATTORI: Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Camilla Filippi, Angelo Orlando, Eliana Miglio, Souleymane Sow, Max Tardioli, Ivano Marescotti

BENVENUTI !!

Ciao compagni/amici di corso e non, con questo post ha inizio la vita di questo blog; un blog dove ognuno è libero di commentare, discutere o elogiare. Come si può ben comprendere dal titolo del blog, vorrei parlare di cinema, di film, piuttosto che di me..XD....ciò non esclude che alcuni post varieranno anche su altri argomenti. Voglio che questo blog diventi un insieme di idee e di pensieri quindi che altro aggiungere se non: dite la vostra e BUONA LETTURA..!!!

A presto!!!