La mia filosofia..


"Ci vuole un minuto per notare una persona speciale, un'ora per apprezzarla, un giorno per volerle bene, una parola per ferirla, ma poi tutta una vita per dimenticarla!"

venerdì 15 aprile 2011

NO AI RACCOMANDATI, SI AL MERITO

L'idea di questo post è scaturita immediatamente dopo il boato di applausi, che c'è stato dopo che il professore Formiconi aveva detto che il voto non eguaglia sempre la bravura di una persona, un dottore laureato con 102 non è meno bravo di uno laureato con 110 e lode. A tale proposito mi è venuto in mente un film uscito nelle sale da pochissimi giorni, che parla di 2 ragazzi e una ragazza, che pur essendo bravissimi nei loro lavoro, devono affrontare la realtà di una società, come la nostra,  in cui spesso non si ottiene un lavoro per le proprie capacità, ma in base a quanto sei raccomandato. Infatti il film C'è CHI DICE NO,  tratta di tre ex compagni di scuola si ritrovano dopo vent'anni e si rendono conto che un nemico comune li perseguita: i raccomandati. Max (Luca Argentero) è un giornalista di talento in un quotidiano locale che per arrotondare è costretto a scrivere sulle più improbabili riviste di settore; giunto a un passo dalla tanto agognata assunzione viene scalzato dalla figlia di un famoso scrittore. Irma (Paola Cortellesi) pur essendo uno dei dottori più stimati dell'ospedale, vive grazie alle borse di studio, e proprio quando sta per ottenere il contratto le viene preferita la nuova fidanzata del primario. Samuele (Paolo Ruffini) è una specie di genio del diritto penale, e dopo anni passati a fare da assistente-schiavo ad un barone universitario è in procinto di vincere un concorso per ricercatore, ma – anche in questo caso - il posto gli verrà soffiato dal genero inconcludente del barone.
Il cinema italiano ha evidentemente scoperto la drammaticità del precariato e di conseguenza l’urgenza di affrontare sul grande schermo la vita di chi tira avanti con contratti a progetto, collaborazioni a termine, lavori a tempo determinato. Lo ha fatto Paolo Virzì con Tutta la vita davanti, poi Anna Negri con Riprendimi e Massimo Venier con Generazione 1000 euro (un bellissimo film da vedere ,molto divertente ) e ancora Ascanio Celestini col documentario Parole sante, raccontando con toni e stili diversi il cul de sac in cui sembra essersi infilato il mondo del lavoro nell’era della globalizzazione. (Cul-de-sac è un film del 1966 diretto da Roman Polanski il quale disse:  "Talvolta o spesso un uomo si infila in un "cul de sac", volontariamente o no si entra in un tunnel nel quale, andando avanti non si intravede la luce e indietro non si può tornare " ).
Chiusa questa parentesi continuiamo dicendo che il film di Giambattista Avellino è una commedia sociale abitata da tre giovani precari che questa volta non ci stanno e puntano il dito contro la raccomandazione, ovvero quella odiosa forma di segnalazione ‘autorevole’ che mira ad agevolare un favorito ‘figlio di’ naturalmente incompetente. Avvalendosi di un cast assortito che sfrutta abilmente la duplice notorietà cinematografica e televisiva dei suoi attori, C’è chi dice no si inserisce nella nutrita schiera della nuova commedia nazionale, ‘civica e democratica’, in grado di intercettare i gusti del pubblico, il mood sociale e un tema corrente e dibattuto su giornali e mass media.
Il film si snoda attraverso le divertenti ripicche, mentre il trio di vendicatori, spinto dalla volontà di giustizia, dà vita ad un vero e proprio movimento, “I pirati del merito”, volto ad abbattere il regime delle raccomandazioni. Si ride di gusto alle battute di Ruffini e alle situazioni paradossali in cui si caccia Argentero, ma di fondo, l’amarezza resta. Il piano dei tre protagonisti sembra funzionare inizialmente per poi andare a rotoli.
Ma quando lo riprendono in mano e concludono in maniera trionfante il loro progetto di vendetta, e soprattutto smascherano gli oscuri magheggi dell’università ai danni di studenti meritevoli, il tutto si risolve in un niente di fatto. Quasi a voler dire che, anche se c’è la volontà di cambiare le cose, la speranza che cambino davvero, è pressoché nulla. Che pochi contro tanti, è una battaglia persa in partenza.
Importante, da far notare è che il film è interamente ambientato nella splendida cornice fiorentina perché, come ha affermato il regista, si voleva sottolineare l’idea della pressione: in una grande città come Roma o Milano infatti, possono presentarsi più possibilità mentre in una realtà minore, l’occasione capita una volta sola e se non la cogli al volo, è la fine.
La canzone della rivoluzione dei Baustelle chiude significativamente il film: quasi a voler suggerire che, in un paese come l’Italia, è l’unica soluzione possibile per riacquistare i nostri diritti e la nostra dignità.




IL TRAILER:
 

Andate a vederlo perchè questo è il futuro che ci aspetta, se non incominciamo a cambiare le cose!!


8 commenti:

  1. Questo film mi attira un sacco! =)
    Speriamo che faccia venire un pò di sensi di colpa a qualcuno...

    RispondiElimina
  2. Andrò sicuramente a vederlo!non che mi stupisca sapere come funziona il sistema, ma potrebbe darci spunti interessanti! ;)

    RispondiElimina
  3. Sono d'accordo con Giulia/Entropia, speriamo che serva a far cambiare qualcosina! mi hai dato uno spunto su cosa fare stasera grande Eli!

    RispondiElimina
  4. che figata sembra il film!!ma qualcn d voi l'ha percaso visto!??????

    RispondiElimina
  5. Io dovrei andare a vederlo in settimana, poi ti dico se la recensione dice il vero o no..XD

    RispondiElimina
  6. l'ho visto ieri l'altro, è carino e purtroppo racconta una dura realtà dei giorni nostri; è interamente girato a Firenze e quindi è bello i riconoscere i luoghi della nostra città, aspetto negativo il fiorentino parlato un pò troppo forzato nelle prime scene.

    RispondiElimina
  7. ma è più un film da scaricare o da spenderci 7.50euro!????
    grazie mille!!

    RispondiElimina
  8. PER ME CI SI PUò SPENDERE ANCHE 7 E 50, è UN FILM DA VEDERE SE UNA SERA NON SAPETE DOVE ANDARE O COSA FARE...:)

    RispondiElimina