La mia filosofia..


"Ci vuole un minuto per notare una persona speciale, un'ora per apprezzarla, un giorno per volerle bene, una parola per ferirla, ma poi tutta una vita per dimenticarla!"

domenica 22 maggio 2011

RITORNARE BAMBINI !!

Ho dedicato post a vari generi cinematografici e per questo non potevo non dedicare almeno un post ai primi film che ho visto...i cartoni DISNEY..i classici, i più belli. Con questa carrellata spero che torniate in dietro nel tempo e vi riaffiorino dei bei ricordi.

10° POSTO:  "Robin hood"1973


9° POSTO: "Aristogatti" 1970


8° POSTO: "Anastasia" 1997

7° POSTO: " La sirenetta" 1989



6°POSTO: "Toy story" 1995

5° POSTO:  "Aladdin" 1992


4° POSTO: "La carica dei 101" 1961


3° POSTO: "La Bella e la Bestia" 1991


2° POSTO: "Il re leone" 1994


1° POSTO: "Pocahontas" 1995


sabato 14 maggio 2011

C’è solo un modo di dimenticare il tempo: impiegarlo

TEMPO ecco di cosa avrei più bisogno in questo momento; avrei bisogno di più tempo per me stessa, tempo per scrivere, leggere, o semplicemente rilassarsi. Le giornate non dovrebbero volare via in questo modo, è un ingiustizia. Ogni tanto mi soffermo a pensare che ho già 21 anni e che mi sembrano passati velocemente e la cosa mi spaventa, poichè non abbiamo un tempo infinito. il nostro tempo è la vita, la nostra. Durante l'infanzia il tempo è inconcepibile e quindi non siamo consci che abbia una fine, nell'adolescenza il tempo sembra allungarsi e molti non desiderano altro che crescere, poi si diventa adulti e il tempo sembra non bastare mai, durante la vecchiaia si sente ormai il "peso" del tempo ma se siamo arrivati a questo stadio vuol dire che abbiamo vissuto la nostra vita e si spera che non se ne sia sprecato nemmeno un minuto. Il problema è quando il nostro tempo finisce quando non dovrebbe finire. E quindi come disse Orazio
"Affera il tempo che passa e non fare affidamento sul domani" poichè come aggiunse Romano Battaglia, (da Il fiume della vita): "Il tempo è come un fiocco di neve, scompare mentre cerchiamo di decidere cosa farne". 
A tutti noi piacerebbe poter vivere la nostra vita e quando si commette un errore tornare indietro nel tempo. Su tale tematica i registi cinematografici si sono sbizzarriti, dai film in cui il protagonista rivive lo stesso giorno finchè non diventa conscio che sta sprecando il proprio tempo, ai film sui viaggi nel passato e nel futuro. E  in quest'ultima categoria c'è un film per eccellenza: RITORNO AL FUTURO (Back to the future):
 

La trilogia di Ritorno al futuro è una saga cinematografica comico-fantascientifica, di grandissimo successo negli anni ottanta e novanta. Ideata da Bob Gale e Robert Zemeckis e diretta da quest'ultimo, è stata prodotta da Steven Spielberg .
Narra delle peripezie a cavallo di varie epoche della storia americana (il 1955, il 1985, il 2015 e il 1885) affrontate dal giovane Marty McFly (Michael J. Fox) e dal suo amico, lo stravagante scienziato Emmett "Doc" Brown (Christopher Lloyd), inventore di una bizzarra macchina del tempo ricavata da un'autovettura DeLorean DMC-12. Nel corso dei tre episodi i due si trovano a risolvere diversi problemi per evitare catastrofici paradossi temporali, come il possibile mancato matrimonio dei genitori di Marty negli anni cinquanta, l'arresto del figlio di Marty nel 2015 o la morte di Doc per mano di un feroce pistolero nel 1885, o ancora l'uccisione del padre di Marty per mano del suo eterno rivale Biff Tannen (Thomas F. Wilson).
Caratterizzata da uno spiccato umorismo, da un efficace uso degli effetti speciali, da un ritmo indiavolato e da un velo di nostalgia, la saga di Ritorno al futuro ha appassionato un'intera generazione di spettatori e regalato la grande notorietà al regista Robert Zemeckis e all'attore Michael J. Fox.


mercoledì 4 maggio 2011

LET'S DANCE!

5° POSTO: "Pulp Fiction" 1994


4° POSTO: "Flash Dance" 1983


3° POSTO: "Gattopardo" 1958


2° POSTO: "La febbre del sabato sera"  1977


1° POSTO: "Dirty Dancing" 1987



mercoledì 27 aprile 2011

QUANDO SI è ALLA RICERCA DI SE STESSI...ALCUNE VOLTE CI SI PERDE

L'altro giorno ho rivisto un film stupendo che ti fa pensare su tante cose, sul valore dei soldi, sul valore di chi siamo. Spesso perdiamo la nostra identità immersi in un mondo pieno di etichette e di pregiudizi. Ma se vi chiedessi quale è per voi il senso della vita, cosa mi rispondereste? Beh io non credo di avere una risposta, ma vi citerò una delle più belle frasi che si trova nel film di cui fra poco vi parlerò: "HAPPINESS IS REAL  ONLY WHEN SHARED!".
Il film da cui ho tratto questa frase, si intitola: INTO THE WILD.
Storia vera del neo-laureato Christopher McCandless (Emile Hirsh) che nel 1992, a 22 anni, stanco del consumismo e del benessere fittizio decide di abbandonare la famiglia e le promettenti prospettive di studio e professione, dà in beneficenza tutti i suoi averi (24.292 dollari) e affronta un viaggio senza nessun sostegno né economico né umano che lo porterà nei luoghi più selvaggi degli Stati Uniti fino ad immergersi nell'immensa natura dell'Alaska, che segnerà per sempre la sua esistenza, fino a quando quattro mesi dopo verrà trovato morto accanto al suo diario.
Il film è tratto dal libro di Jon Krakauer, Nelle terre estreme, uscito negli Stati Uniti nel 1996.
Quando Sean Penn vide in una libreria di Brentwood il libro di Krakauer fu immediatamente attratto dall’immagine di copertina: un autobus abbandonato nella neve. Quella notte lesse due volte di seguito il libro e la mattina successiva si mise subito all’opera per ottenerne i diritti cinematografici. La famiglia però non voleva che la drammatica vicenda di Chris diventasse un film e per ben dieci anni si è opposta alla versione cinematografica del libro.
Billie McCandless, madre di Chris, aveva fortissime remore perché diceva di aver visto in sogno il figlio che la pregava di non cedere i diritti cinematografici della sua storia. Poi un giorno Penn ha avuto, senza che si potesse spiegare il perché, il consenso per fare il film di cui aveva già in testa la sceneggiatura: ha dovuto solo scriverla.

Certamente non era facile riuscire non solo a raccontare il viaggio, i luoghi, le persone in cui il ragazzo in quei due anni si era imbattuto, ma le emozioni, i pensieri, i turbamenti che lo portarono via via a scelte sempre più radicali.
Prima della seconda stesura della sceneggiatura Penn ha ripercorso, tappa dopo tappa, quel viaggio e ha voluto conoscere le persone che avevano condiviso dei momenti di quel percorso (anche interiore) di Chris. Molto importanti poi sono stati gli incontri con la famiglia del ragazzo, in particolare con la sorella Carine. I due fratelli erano uniti da un legame fortissimo e la ragazza conservava lettere, ricordi, appunti e un suo diario di quel periodo che ha messo a disposizione del regista e sceneggiatore.
La scelta del protagonista è caduta sul ventiduenne Emile Hirsch. Penn ha frequentato il giovane attore per quattro mesi prima di assegnargli il ruolo, quasi per metterlo alla prova e verificarne la disponibilità, che doveva essere totale, a mettersi in gioco: avrebbe dovuto fare rafting, arrampicate, vivere in condizioni estreme per otto mesi, praticamente trasformarsi da ragazzo in uomo durante le riprese. 
Ecco nelle parole dell’attore questa sua esperienza: “Quando mi sono trovato in quel posto, con indosso i veri vestiti che portava Chris, e sulle spalle il suo vero zaino, che era davvero molto pesante, mi sono chiesto come abbia fatto ad avanzare in quel freddo, in quella neve, in un ambiente così ostile.”
Inoltre Hirsch ha iniziato le riprese dopo aver perso quasi venti chili di peso ed è arrivato a pesare 52 chili nelle scene finali del film. Proprio perché è più facile riprendere peso che perderlo, le scene finali sono state le prime ad essere girate.


Per entrare maggiormente nel mondo di Chris, Penn ha scritturato Wayne Westerberg con cui Chris aveva fatto amicizia nel South Dakota, come consulente e autista di camion durante le riprese.

Il film è stato suddiviso in capitoli su cui vengono scanditi i due anni del viaggio e che corrispondono a vari momenti della vita: come se il viaggio fosse appunto un’iniziazione, che fa percorrere il tragitto che va dalla nascita, alla presa di coscienza, alla morte. Lo spettatore entra così  profondamente  nella psicologia di Chris, nella sua purezza, nella sua ostinazione in quello che era, in quello che avrebbe voluto essere e in quello che credeva di essere. Si passa dai campi di grano dorato del South Dakota ai vortici del fiume Colorado percorso controcorrente, fino alla comune alternativa di Slab City in California. Incontrerà uomini e donne che vivono ai margini della società americana, incontri che lo cambieranno e che provocheranno cambiamenti anche in quegli uomini e in quelle donne. Poi Chris decide di andare oltre, di arrivare là, dove la natura è davvero selvaggia, in Alaska e di farlo da solo, senza mediazioni umane.
La natura selvaggia (i luoghi sono proprio quelli attraversati dal ragazzo) è vista attraverso gli occhi di quell’indomito viaggiatore e l’autenticità ci viene trasmessa anche grazie all’uso di attori mescolati a non attori, a immagini di altissima poesia e a momenti di crudo realismo.

Una fortissima emozione ha suscitato in tutta la troupe la visione dell’autobus (che proveniva  dal trasporto pubblico della città di Fairbanks ed era stato portato là per ospitare le squadre di operai  addetti alla costruzione della ferrovia) in cui Chris visse le ultime fasi della sua vita, le scritte che lui aveva tracciato sul soffitto, i suoi oggetti e tutte le tracce della sua presenza ed era stata proprio l’immagine di quell’autobus immerso nella neve sulla copertina del libro di Krakauer ad attirare dalla vetrina di una libreria Sean Penn. 
Il mezzo autentico è rimasto là, in quel bosco dell’Alaska, e non è stato utilizzato per le riprese, per rispetto per la famiglia del ragazzo, ma  è stato perfettamente ricostruito.
Terribili le immagini degli ultimi giorni di vita disperato tentativo di cercare una via di salvezza, e del quando ormai tutte le forze se ne erano andate, nessuno poteva sentire le richieste d'aiuto e la natura selvaggia aveva avuto il definitivo predominio. 






Se vi piacciono i film che alla fine vi lasciano pieni di domande, e che vi lasciano con la sensazione di aver imparato qualcosa in più...guardatelo. Ovviamente non è un film leggero da vedere con gli amici, non è divertente, ma è semplicemente vero e toccante.

There is a pleasure in the pathless woods,
There is a rapture on the lonely shore,
There is society, where none intrudes,
By the deep sea, and music in its roar:
I love not man the less, but Nature more.

venerdì 22 aprile 2011

BUONA PASQUA...E BUONA MANGIATA!!

Purtroppo, anzi fortunatamente direi, questo week end non sarò a Firenze vado in campagna dove ovviamente non ho connessione ad internet, e quindi anticipo la classifica TOP 5 a oggi.
Ovviamente essendo domenica Pasqua non potevo non dedicare questa classifica al buonissimo e indiscusso protagonista delle nostre tavole in questo periodo: LA CIOCCOLATA


5° POSTO: "Fragola e cioccolato" (1994)


4° POSTO: "Come l'acqua per il cioccolato" (1992)

 
3° POSTO: "Lezioni di cioccolato" (2007)


2° POSTO: "La fabbrica di cioccolato" (2005)


1° POSTO: "Chocolat" (2000)



Non mi resta che augurarvi BUONA PASQUA A TUTTI e buona scorpacciata di uova di cioccolato...^_^










lunedì 18 aprile 2011

ASSIGNMENT 6.3 E 6.4:La coltura ha il suo prezzo!!

La coltura costa si sa, basti pensare a quanto costano i libri di medicina, mi viene un calo di pressione al solo ricordo; comunque a dimostrazione della frase precedente vi è la riprova anche degli articoli archiviati in PubMed dove alcuni, per leggerli interamente, devi pagare una quota. In pratica ti devi abbonare alla rivista su cui è stato pubblicato l'articolo. Questo è un limite notevole, poiché vuol dire che non tutti gli articoli che si trovano, sono a noi accessibili, a meno che non si tiri fuori il cash; ma per superare tale limite,o almeno per evitarlo, il professore di informatica ha proposto un metodo. Ovvero, poichè l'università è abbonata ad alcuni delle riviste su cui  si possono trovare gli articoli archiviati in PubMed, allora noi studenti, a scopo didattico, possiamo sfruttare tale cosa a nostro favore. In pratica dobbiamo utilizzare il proxy dell'università, ovvero fingere di essere connessi da uno dei computer dell'università. Per prima cosa dovete cercare dove si trovano le impostazione di Firefox o di qualunque altro browers abbiate, (e già questo passo per la sottoscritta non è stato facile); fato ciò dovrete modificare le impostazioni di connessioni di rete del Fireforx, ovvero dobbiamo determinare la configurazione manuale del proxy. L'ultimo passaggio è inserire i dati giusti nella voce proxy HTTP e il numero nella porta; a questo punto siamo connessi tramite il proxy dell'università, e quindi tutte le riviste a cui è abbonata la nostra università diventano accessibili per noi "miseri" studenti. Per visualizzarli basta identificarci tramite il nostro numero di matricola e la nostra personale password.
Ciò che ho appena descritto l'ho provato ricercando gli articoli del professore Paternostro (ne ho trovati 13 di cui uno solo FREE FULL TEXT); una volta eliminato gli articoli eseguiti da omonimi, ho seguito i passi precedentemente descritti e sono riuscita a scaricare un articolo del professore Ferdinando Paternostro, allacciandomi al proxy dell'università. Consiglio una volta sfruttato tale trucchetto per scaricare gli articoli rimodificate le impostazioni di connessione tornando alle impostazioni iniziali, poichè se rimanete connessi tramite il proxy dell'università alcuni siti, non vi saranno più accessibili.
Allora non vi resta che provare....e buona lettura!!!

domenica 17 aprile 2011

TOP 5: TUTTI A BALLARE AL CINEMA...!!

5° POSTO: "Mamma mia" (2008)


4° POSTO: "Across the universe" (2007, questo film l'ho rivisto stamani ed è favoloso e ha come colonna sonora le canzoni dei Beatles e seppure non vengano mai menzionati esplicitamente nel film, sono numerose le citazioni e i riferimenti)

 

3° POSTO: "Chicago" (2002)


2° POSTO: "Moulin Rouge" (2001)

 
1° POSTO: "Grease" (1978)