La mia filosofia..


"Ci vuole un minuto per notare una persona speciale, un'ora per apprezzarla, un giorno per volerle bene, una parola per ferirla, ma poi tutta una vita per dimenticarla!"

venerdì 8 aprile 2011

DOMANI TUTTI A FARE COLAZIONE DA TIFFANY



Un BUON NON COMPLEANNO a tutti coloro che non sono nati l'8 di aprile, non sto impazzendo è solo che l'altro giorno, ovvero il 6 aprile, è stato il mio compleanno e non ho avuto il tempo nemmeno di scrivere due righe. Comunque poichè ho festeggiato da poco gli anni volevo dedicare questo post a uno dei miei film preferiti: COLAZIONE DA TIFFANY. Io ho molti film preferiti, i quali ho visto decine di volte, e di alcuni ne ho già parlato in post precedenti, ma non potevo non fare un post su questo film specifico. Detto questo iniziamo questo viaggio in uno dei capolavori del cinema.
Holly è una provinciale - ma molto sofisticata - che vive a New York. Ha frequentazioni di gente di ogni tipo: artisti, ricchi, malviventi. Paul è un giovane scrittore protetto da un'amante più anziana di lui. Holly e Paul abitano nello stesso palazzo. Si conoscono, diventano amici. La ragazza, che mira a sposare un miliardario, passa da una festa all'altra, rincorre il tempo, è fragile, passa da depressioni profonde a esaltazioni sfrenate. Ma non manca mai, la mattina, rientrando da una festa, di far colazione davanti alle vetrine di Tiffany, la leggendaria gioielleria. Emergono, nel passato di Holly, scheletri e fantasmi, ma sono solo frutto della sua ingenuità. E comunque, sposare un ricchissimo messicano cancellerà tutto. Ma il magnate si tira indietro. A Holly rimane Paul, che l'ama davvero, e forse anche lei contraccambia. Alla fine i due si abbracciano nella pioggia scrosciante. Un classico della commedia americana, ma con tanti valori aggiunti, a cominciare da Truman Capote, autore del romanzo. Il film, nei decenni, è diventato un sempreverde. Anche se molti episodi e caratteri sono di maniera e scontati, qualche magia continua ad essere dispensata. A cominciare da Audrey Hepburn, nevrotica e insicura, da proteggere e scusare. Un personaggio certo datato, ma trasferibile decennio dopo decennio anche ai caratteri contemporanei, dove vale più che mai lo smarrimento e la ricerca di un'identità. C'è poi la canzone Moon River di Henry Mancini, diventata uno dei grandi temi abituali del cinema, sempreverde, appunto, e frequentatissimo. E poi Tiffany: impari, per esempio, che lì puoi comprare anche spendendo solo dieci dollari. Nessuna agenzia pubblicitaria, e nessun budget avrebbero potuto valere la "testimonial" Hepburn, davvero una delle attrici e dei personaggi più significativi del cinema e del secolo, capace, come forse nessuna, di dettare mode e comportamenti, e sogni. Il titolo, in cassetta o DVD, continua ad essere nelle classifiche dei noleggi, e non è davvero frequente per un film di quel periodo. Anche questo è un segnale.
Ovviamente protagonista indiscussa di tale film è lei la stupenda Audrey Hepburn: figlia di un banchiere inglese e di un'aristocratica olandese, Edda Kathleen van Heemstra Hepburn-Ruston nacque a Bruxelles, in Belgio, il 4 maggio 1929. A cinque anni, Audrey fu mandata in un collegio inglese; poco tempo dopo, il padre abbandonò la famiglia. Intanto, in Europa la situazione stava diventando molto difficile. Nel 1939, la madre decise di trasferirsi ad Arnhem, in Olanda, con Audrey e i due figli nati da un matrimonio precedente. Un anno dopo, i nazisti invasero l'Olanda. Durante la lunga occupazione tedesca, Audrey Hepburn soffrì per la malnutrizione, fu testimone della brutalità nazista e ad un certo punto fu costretta a nascondersi per sfuggire alla deportazione. Alla fine della seconda guerra mondiale, la famiglia si stabilì ad Amsterdam, dove Audrey ricominciò a studiare danza (la sua vera grande passione) e iniziò a lavorare come indossatrice. Dopo un'apparizione nel film Nederlands in 7 lessen (1948), si trasferì a Londra con una borsa di studio per una scuola di danza, ma continuò anche a fare la modella e iniziò a lavorare in teatro. Nel 1951 la British Pictures Corporation le offre un piccolo ruolo nel film di Charles Crichton L'incredibile avventura di Mr. Holland. Nel 1953, Audrey Hepburn conosce Colette. La famosa scrittrice trova Audrey perfetta per la parte di Gigi e, poco tempo dopo, la Hepburn è la star dello spettacolo messo in scena a Broadway. Quasi contemporaneamente, l'attrice anglo-olandese ottiene il suo primo ruolo da protagonista nel film di William Wyler Vacanze romane (1953) e vince subito l'Oscar. Un'altra nomination dell'Academy Award arriva l'anno dopo, per il film di Billy Wilder Sabrina (1954), con Humphrey Bogart e William Holden.
Il 25 settembre del 1954, Audrey Hepburn sposa Mel Ferrer. Nel 1957, Audrey è protagonista, con Fred Astaire, del film di Stanley Donen Cenerentola a Parigi ed è a fianco di Gary Cooper e Maurice Chevalier in Arianna, di Billy Wilder. Altri due straordinari successi personali arrivano con Colazione da Tiffany (1961) di Blake Edwards e My Fair Lady (1964) di George Cukor. Nel 1967, la Hepburn è Susie Hendrix nel film di Terence Young Gli occhi della notte, che le fa ottenere un'altra nomination all'Oscar.
Divorziata dal primo marito nel dicembre del 1968, il 18 gennaio 1969 Audrey Hepburn ha sposato il medico italiano Andrea Dotti. La coppia ha avuto un figlio, Luca Dotti, nato l'8 febbraio 1970. Dopo il secondo matrimonio, la Hepburn è apparsa raramente sul grande schermo: nel 1976 è stata protagonista, con Sean Connery, di Robin e Marian di Richard Lester, nel 1981 ha interpretato Angela nel film di Peter Bogdanovich E tutti risero (dove compare anche il figlio Sean Ferrer, nato dal primo matrimonio) e nel 1989 ha fatto parte del cast di Always ' Per sempre, di Steven Spielberg.
Audrey Hepburn è diventata ambasciatrice dell'Unicef nel 1988 e ha continuato a lavorare ai progetti per l'infanzia delle Nazioni Unite fino alla sua morte, avvenuta a Tolochenaz, in Svizzera, il 20 gennaio 1993.

Questi a seguire sono le scene iniziali e finali di questo film, che ogni ragazza ha visto almeno una volta nella sua vita ed ogni ragazza ha sempre desiderato avere almeno la metà della grazia della bellissima Audrey Hepburn:

 


1 commento:

  1. I miss her. When I see here again, it brings a tear to my eye.

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